SPAZIO MURAT – Tre nuove mostre in programma, un modello organizzativo che fonde pubblico e privato



Tre mostre, una rassegna sul contemporaneo, laboratori e nuove attività del Puglia Design Store per valorizzare l’artigianato locale. Spazio Murat lancia la sua programmazione 2020 e il suo modello organizzativo che fonde pubblico e privato.

"Come un video in cui improvvisamente si passa da immagini ad una velocità accelerata, ad immagini in slow motion. Da una abituale frenesia ad una lentezza inaspettata. Un’interruzione che può essere anche innovativa: come la cultura quando è vera. Fare cultura richiede misura e disciplina. Richiede a volte distanza per pensarla, organizzarla e realizzarla al meglio. Richiede in fondo la scansione del tempo che stiamo vivendo. Avevamo immaginato il lancio delle attività culturali 2020 di Spazio Murat come un momento di festa solenne dove la riflessione si mescola con l'allegria. Ci troviamo invece dentro una emergenza che, con le debite distanze, può essere avvicinata a quella che vive da molto tempo chi si impegna nel promuovere, organizzare e realizzare attività culturali a tutte le latitudini. Prendiamo atto di questo momento. E diamo ancora ragione alla voglia di mettersi in gioco. La programmazione di Spazio Murat e Puglia Design Store, per l’anno 2020, vede la sperimentazione di un nuovo modello basato su una pluralità di collaborazioni con soggetti, privati e istituzionali, che contribuiranno in termini economici e di contenuto al raggiungimento di una programmazione ricca e variegata, vicina ad un pubblico sempre più ampio”, spiega Giusy Ottonelli, co-fondatrice di Impact Hub Bari, società che gestisce Spazio Murat.

“Da tutte le crisi nascono i cambiamenti e se alla paura abbiamo sempre reagito con il coraggio, oggi più che mai abbiamo bisogno della conoscenza, dell'approfondimento, della riflessione e, dunque, di tutte le forme culturali che possano raccontare quello che sta accadendo. La cultura da sempre attraversa la storia rappresentandone la forma più vera, e questa seconda parte delle attività del 2020 ripartiranno dai luoghi della città. Lo Spazio Murat è il primo spazio comunale che ospita la felice esperienza di gestione pubblico privato e che, inaugurando la stagione del Polo dell'Arte contemporanea, aspetta di dialogare con il Margherita (dove sono programmate per tutto il 2020 mostre fotografiche e altre iniziative culturali) e con il Mercato del pesce, in fase di ultimazione dei lavori”, aggiunge Ines Pierucci, assessore alla Cultura del Comune di Bari.

Spazio Murat potrà contare, per l’anno 2020, su un partner istituzionali quali l’Ordine degli ingegneri, per sviluppare le sue attività con l’intento di moltiplicare le visioni e ampliare il pubblico, coinvolgendolo in attività diversificate.

“In un momento storico così drammatico, e che mai avremmo pensato di vivere, riteniamo opportuno pensare al futuro prossimo. Da ingegneri siamo sempre pronti a progettare e realizzare. L’Ordine ha inteso avviare una partnership con Spazio Murat al fine di promuovere iniziative condivise in funzione di una città e di un’area metropolitana sempre più aperte, alle persone ed ai cambiamenti che si susseguono. Il ruolo sociale dell’ingegnere, infatti, impone alla categoria di non rinchiudersi nelle stanze degli studi ma di frequentare i luoghi del confronto a beneficio di tutti i cittadini. La nostra figura professionale non è solo una figura tecnica e perfettamente intercambiabile, per questo abbiamo voluto dare la possibilità anche ai colleghi, giovani e senior, di esprimersi e promuoversi in uno spazio così centrale per Bari”, commenta Roberto Masciopinto, presidente dell’Ordine degli ingegneri di Bari.

A questi si aggiunge un partner didattico come il Politecnico di Bari con il quale Spazio Murat ha sottoscritto un programma quadro.

“L'obiettivo è offrire una collaborazione profonda per la diffusione della conoscenza e della cultura dell’arte, intesa come interpretazione reale della storia e di una comunità nella sua costruzione più organica. Una “civitas” come cosa umana per eccellenza, come opera d’arte, come grande rappresentazione della condizione dell'uomo. Un progetto, quello del Politecnico, che individua nel linguaggio dell’arte sia una declinazione artistica sia un modo con cui la civitas esprime il sentimento della propria cittadinanza. Il riconoscimento della dignità dei suoi cittadini, una sfera estetica della città, delle nostre libertà e dei diritti. Insieme possiamo provare ad applicare e sostenere le regole consolidate di democrazia e di bellezza.” spiega Loredana Ficarelli, Prorettore del PoliBa.

La nuova programmazione è strutturata in maniera tale da fare rete con le realtà locali non solo nei progetti legati alla Puglia, ma anche in quelli dal respiro internazionale.

“Spazio Murat - aggiunge Ottonelli - ha l’obiettivo ambizioso di valorizzare il patrimonio, gli artisti e le artiste pugliesi, e allo stesso tempo far gravitare esperienze riconosciute a livello internazionale. Questo ci permette di inserire la Puglia in un circuito che oltrepassa i confini regionali e nazionali e d’innescare uno scambio culturale virtuoso.

Certo il nuovo modello ha già subito qualche scossone: infatti, a causa della grave situazione sociale ed economica che stiamo vivendo, abbiamo perso due partner con cui eravamo in contatto da tempo. Il nostro desiderio, per il momento è quello di non arretrare e di continuare a proporre le nostre attività seppur assorbendo le riflessioni e i cambiamenti che questo nuovo periodo ci impone. Quanto riusciremo davvero a realizzare è impossibile da definire ora, ma sottolineiamo il nostro impegno e la nostra responsabilità nel riconoscere alla produzione artistica e a tutte le persone in essa coinvolta il giusto valore”.

Maria Trentadue e Natalija Dimitrijević

Alla riapertura delle attività Spazio Murat partirà con una mostra che rappresenta un dialogo metaforico tra le opere di Maria Trentadue (1893-1977, Modugno) e quelle di Natalija Dimitrijević, nata in Serbia (1995, Niš) e trasferitasi a Bari nel 2014 dove si è laureata all’Accademia di Belle Arti.

Maria Trentadue si afferma negli anni Settanta grazie anche al supporto e incoraggiamento di Tommaso Di Ciaula. Le sue opere, esposte in Pinacoteca Metropolitana di Bari in una mostra curata da Clara Gelao nel 1990, sono state acquisite dalla Pinacoteca stessa (al tempo Pinacoteca Provinciale) grazie alla volontà dell’allora direttrice Pina Belli D’Elia e per iniziativa dell’allora assessore alla Cultura Francesco Pucciarelli. Insieme all’attuale dirigente della Pinacoteca Metropolitana di Bari, Maria Grazia Magenta, Spazio Murat ha iniziato un dialogo per poter esporre alcune delle opere presenti in collezione: una selezione in cui non ci sono gerarchie tra pittura decorativa, pittura sacra e profana. I lavori selezionati testimoniano la sperimentazione della Trentadue su materiali di vario genere, quali cartone ondulato, pezzi di compensato, tele, vetro e persino lastre radiografiche. Mentre i soggetti della pratica pittorica della Dimitrijević sono gli ambienti domestici, che diventano nella pratica pittorica spazi della memoria, quelli rappresentati dalla Trentadue sono spazi pubblici, abitati.

Le due artiste, Maria Trentadue e Natalija Dimitrijević, in epoche molto diverse indagano nella stessa regione i luoghi della riproduzione sociale: il continuum produttivo di relazioni e valore che prende forma negli spazi privati e pubblici, nella dimensione individuale e collettiva. La spazialità performabile degli ambienti spesso vuoti della Dimitrijević si combinano con gli scenari abitati della Trentadue. Lo sconfinato e il delimitato, il vissuto e il vivibile, il presente e il passato, il lavoro e l’ozio sono sovrapponibili e forse intercambiabili. Lavori che parlano di relazioni sociali, di architettura, di lavoro e di vita.

Lawrence Weiner e la costruzione della memoria collettiva

Durante il periodo estivo Spazio Murat inaugura con un doppio intervento: da una parte l’installazione site-specific di una delle figure centrali dell’arte concettuale: Lawrence Weiner, dall’altra una mostra che indaga la costruzione della memoria collettiva. Weiner ha progettato un lavoro bilingue (Italiano/Inglese) che parla della visione e del desiderio. L’opera non solo lascia spazio alle interpretazioni di chi legge, ma favorisce una riflessione sulle potenzialità e criticità del linguaggio e della traduzione. L’installazione si sviluppa sulle quattro finestre che danno su piazza del Ferrarese: un’occasione eccezionale poiché è la prima volta in assoluto in cui Lawrence Weiner è in mostra in Puglia, un’opportunità straordinaria per valorizzare la piazza, il luogo pubblico per eccellenza, nonché la zona limite tra quartiere Murattiano e centro storico. Nelle opere di Lawrence Weiner il linguaggio diventa scultura e si fa tutt’uno con l’architettura.

Proprio a partire dall’intervento di Lawrence Weiner – ossia prendendo come spunto le nozioni di visione, linguaggio, storia – prende forma la parte della mostra all’interno dello spazio espositivo che fa perno sul locale per inserire il territorio pugliese all’interno di un contesto globale. Si ripercorrerà attraverso gli archivi delle emittenti locali televisive e radiofoniche, delle testate giornalistiche alcuni momenti rilevanti della storia della Puglia. L’intento della mostra è di valorizzare e di mettere a sistema le diverse prospettive su specifici momenti storico-politici rilevanti e su questioni legate al costume e alla società nel periodo tra il 1989, anno della caduta del muro di Berlino, e il 2000, l’inizio del nuovo millennio (periodo precedente alla diffusione delle notizie attraverso internet).

Forensic Architecture

In autunno Spazio Murat ospiterà una mostra e un laboratorio di Forensic Architecture, il gruppo di ricerca multidisciplinare che comprende architetti, sviluppatori di software, cineasti, giornalisti investigativi, artisti, scienziati e avvocati, guidato da Eyal Weizman, professore di Spatial and Visual Culture presso la Goldsmiths, University of London. Il gruppo intraprende indagini spaziali su casi di violazione dei diritti umani, con e per conto di comunità colpite da violenza politica, organizzazioni per i diritti umani, pubblici ministeri, gruppi di giustizia ambientale e media.

Il loro lavoro prevede indagini open source, la costruzione di modelli digitali e fisici, animazioni 3D, ambienti di realtà virtuale e piattaforme cartografiche. All'interno di questi ambienti individuano e analizzano fotografie, video, file audio e testimonianze per ricostruire e analizzare eventi violenti. Dopo la partecipazione del gruppo a Manifesta a Palermo questa è la seconda mostra di Forensic Architecture in sud Italia: Spazio Murat esporrà una selezione delle indagini di Forensic Architecture e ospiterà un loro laboratorio in cui verranno coinvolti studenti e professionisti nell’analisi di un fatto storico locale. Il progetto farà parte della programmazione del Festival dell’architettura del Comune di Bari.

“In un movimento circolare attraverso le tre mostre il percorso della programmazione di Spazio Murat è una parte dalla realtà – dal domestico, dalla vita di tutti i giorni (con la mostra di Maria Trentadue e Natalija Dimitrijević) - la racconta - attraverso la rappresentazione e i linguaggi (con la mostra sulla memoria collettiva e con l’installazione di Lawrence Weiner) - e la trasforma, ricostruendola e fornendo gli strumenti che permettono la comprensione della complessità e l’azione - con la mostra dei Forensic Architecture. Il percorso si costruisce a cavallo tra passato e presente, tra materialità e pratiche storiche e approcci e tecnologie contemporanee”, spiega Melissa Destino, curatrice della programmazione di Spazio Murat.

DIDASCALIE FOTO ALLEGATE

1. Maria Trentadue

Grande Paesaggio
Penna a biro e colori a smalto su cartone ondulato
43 x 46 cm
Collezione Pinacoteca Metropolitana di Bari

 

2. Maria Trentadue

Oggetti vari, non datati
Smalto su gres; smalto su ferro; smalto su bottiglie
Collezione Pinacoteca Metropolitana di Bari

3. Natalija Dimitrijević

Casa a tre piani, 2020
acrilico su tela
30x30 cm

4. Natalija Dimitrijević

Casa della casalinga perfetta, 2020
acrilico su tela
30x30 cm

5. Lawrence Weiner © 2018 Lawrence Weiner / SIAE, Rome

Toledo Station, Naples, Italy, 2013

6. Lawrence Weiner © 2018 Lawrence Weiner / SIAE, Rome

Euromast, Witte de With, Rotterdam, The Netherlands, 1993

7. Lawrence Weiner © 2018 Lawrence Weiner / SIAE, Rome

Rocca Albornoziana, Spoleto, Italy, 1996.
Photograph: Aurelio Amendola

8. Forensic Architecture

Conquer and Divide - https://forensic-architecture.org/investigation/conquer-and-divide
Un’ immagine della piattaforma Conquer and Divide.
Credit: Forensic Architecture / B’Tselem

9. Forensic Architecture

Sea Watch vs Libyan Coast Guard (with Forensic Oceanography) - https://forensic-architecture.org/investigation/seawatch-vs-the-libyan-coastguard
Una ricostruzione delle operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo centrale avvenute il giorno 6 Novembre 2017.
Credit: Forensic Oceanography and Forensic Architecture, 2018

10. Forensic Architecture

Il team di Forensic Architecture a lavoro
Credit: Forensic Architecture 2020

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